Carry: un metodo potenzialmente molto proficuo
Il trading non è solo questione di puro e semplice investimento. Come tutti sanno, può essere anche un’attività altamente speculativa. Alcune tecniche poi si prestano alla speculazione più di altre. Tra queste figura certamente il carry trade: modus operandi che ha goduto per molto tempo di fama notevole, soprattutto nel periodo delle “vacche grasse”.
Da quando è scoppiata la crisi è andato un po’ in disuso, dal momento che le attuali condizioni di mercato sono meno adatte a questa tecnica di quanto non lo fossero dieci anni fa. È utilizzato, però, dagli intenditori e con risultati quasi sempre soddisfacenti.
Cos’è il carry trade? Il suo funzionamento è semplice. L’imprenditore prende a prestito una moneta con un tasso di interesse basso, per poi rivenderla in cambio di una moneta con tassi di interessi elevati. E’ un po’ quello che hanno fatto le banche nel biennio 2011-2012, in risposta agli abbondanti programmi di rifinanziamento targati Bce, i famosi LTRO. Gli istituti hanno preso in prestito denaro dalla Bce a un interesse minimo, praticamente a zero, e con questo hanno acquistato titoli di Stato dei paesi in sofferenza, tra cui l’Italia, a tassi di interesse che sfioravano spesso il 7%.
Il carry trade è praticamente la stessa cosa. L’unica differenza è che in questo caso vi è un cambio di valuta.
Ad ogni modo, sono due i requisiti per produrre un carry trade profittevole. Il primo è scegliere valute stabili. Sia la divisa di partenza che quelle di arrivo non devono essere soggette a volatilità, sia per quanto riguarda il tasso di cambio che per quanto riguarda i tassi di interesse dei titoli a esse collegate. In secondo luogo, va rintracciato uno strumento di investimento a basso costo. L’ideale è rappresentato dai titoli di Stato.
Carry Trading: rischi e opportunità
Quando un investitore si cimenta nel carry trade, sono possibili tre sviluppi.
- Primo caso. I tassi di interesse non cambiano, e non cambiano nemmeno i tassi di cambio. E’ positivo: l’investitore guadagna proprio sul carry trade (ossia sulla differenza degli interessi).
- Secondo caso. I tassi di interesse si mantengono favorevoli, e nel frattempo la valuta di partenza si rivaluta sulla valuta di arrivo. E’ la situazione migliore: l’investitore guadagna sia sulla differenza degli interessi che sul tasso di cambio.
Terzo caso. I tassi di interesse si mantengono favorevoli o volgono verso la direzione opposta alle previsioni, e nel frattempo la valuta di partenza si svaluta nei confronti della valuta di arrivo. E’ negativo: non vi è guadagno sul carry trade e per giunta perdo sul tasso di cambio